lunedì 30 aprile 2018

286. DOVE NON ARRIVO IO

Se c’è un atteggiamento che non è mai facile, non è mai scontato anche per una comunità cristiana, è proprio quello di sapersi amare, di volersi bene sull’esempio del Signore e con la sua grazia. A volte i contrasti, l’orgoglio, le invidie, le divisioni lasciano il segno anche sul volto bello della Chiesa. Una comunità di cristiani dovrebbe vivere nella carità di Cristo, e invece è proprio lì che il maligno “ci mette lo zampino” e noi a volte ci lasciamo ingannare. E chi ne fa le spese sono le persone spiritualmente più deboli. Quante di loro - e voi ne conoscete alcune -, quante di loro si sono allontanate perché non si sono sentite accolte, non si sono sentite capite, non si sono sentite amate. Quante persone si sono allontanate, per esempio da qualche parrocchia o comunità per l’ambiente di chiacchiericcio, di gelosie, di invidie che hanno trovato lì. Anche per un cristiano saper amare non è mai un dato acquisito una volta per tutte; ogni giorno si deve ricominciare, ci si deve esercitare perché il nostro amore verso i fratelli e le sorelle che incontriamo diventi maturo e purificato da quei limiti o peccati che lo rendono parziale, egoistico, sterile e infedele. Ogni giorno si deve imparare l’arte di amare. Sentite questo: ogni giorno si deve imparare l’arte di amare, ogni giorno si deve seguire con pazienza la scuola di Cristo, ogni giorno si deve perdonare e guardare Gesù, e questo, con l’aiuto di questo ”Avvocato”, di questo Consolatore che Gesù ci ha inviato che è lo Spirito Santo.
(Papa Francesco – Regina Coeli – 21 maggio 2017)


Ieri mattina sono entrata nella chiesa vicino casa, non c’era ancora messa, c’erano soltanto due anziane donne sedute distanti l’una dall'altra. C’era una luce bellissima, donata un po’ da un modesto sole mattutino ed un po’ dai tanto sprezzati neon. Ho preso il foglietto della messa, sapendo che non avrei partecipato alla sua celebrazione, e mi sono soffermata sulle parole di papa Francesco: sapersi amare. Ho sempre creduto in Dio, ma sono sempre stata critica nei confronti della Chiesa e non vado quasi mai a messa. Eppure, quando entro in una chiesa mi sento bene. E mi viene naturale pregare. Invoco Dio ogni volta che mi sento inadeguata, ogni volta che credo di non avere gli strumenti necessari per affrontare un dolore. Sono una combattente, non lascio correre, non resto inerte di fronte ad un comportamento che giudico offensivo per me o per altri, no, proprio non riesco a tacere, ma sono sempre stata convinta che vince chi porge l'altra guancia. "Ogni giorno si deve imparare l'arte di amare", dice Francesco, perché le invidie, le gelosie ostacolano questo apprendimento. Ecco per me cosa è Dio, è la forza di accogliere gli altri sempre, quando ci sorridono e quando ci urlano contro, che poi spesso è un altro modo di amare. Dio è amore.

Dio è nella generosità, nell'altruismo, nel rispetto, nella comprensione, nell'accettazione degli eventi, anche i più tragici. Nel riuscire a restare se stessi, a non farsi contagiare dalla rabbia, dalla miseria umana. E questa forza, il coraggio di chi riesce ad amare, nonostante tutto, questa accoglienza è così disarmante!

Non avrei mai pensato di scrivere un post di questa natura, ma è successo, forse perché con gli anni si maturano tante consapevolezze, si ridimensionano tanti miti, si realizza che alla fine vince chi perde.






4 commenti:

  1. :) :) Gli unici posti dove percepisco una tranquillità ed una pace introvabile altrove sono sempre le chiese , specialmente quando sono vuote. Credo, immagino , spero che ciò sia dovuto a qualcosa che la scienza razionale ancora deve scoprire. Leggendo qua e là ed anche sperimentando in proprio su eventi casuali accaduti che ho ritenuto strani per il modo con il quale si sono presentati come se avessero risposto ad un pensiero , penso che mente ed universo e quindi eventi che accadono siano molto legati.. ma non sempre funziona :) .
    Perchè in una chiesa ? Perché lì ognuno ci lascia sempre un po' di bene e questa energia viene assorbita da tutta la materia che riempie una chiesa e chi entra in quell'ambiente percepisce ciò, ma non se lo sa spiegare. Se ci pensi siamo particelle tenute insieme da equilibri energetici e che macroscopicamente chiamiamo corpo; e la mente , i pensieri cosa sono in questo equilibrio particelle -energia ? Nessuno lo sa e nessuno può escludere niente .E' un modo fantastico, diverso ma niente affatto improbabile di intendere la realtà e quindi anche ciò che chiamiamo macroscopicamente bene e male. Vogliamo chiamare tutto ciò Dio ? chiamarlo madonna ? padre Pio ? o Solo energia, non cambia niente , l'effetto è lo stesso in piena coerenza con scienza, relatività, buchi neri ed universo.
    Qualcuno leggendo, dirà : farnetica ! e forse ritornerà a credere solo a ciò che tocca ed a ciò che mangia e così facendo si autoescluderà dall'essere un esploratore dello spirito, della mente, di quel mondo inesplorato e sconosciuto. sai che divertimento se nel 3000 scopriranno che ognuno aveva il proprio universo personale che interagiva con altri , che Dio non era altro che la mente, che i sogni erano dei flash dove universi paralleli si toccavano solo per una notte e che tutti ignoravano che ciò potesse essere diversamente compreso e forse controllato. Mi rendo conto che anche se quanto sopra abbia un minimo di possibilità di essere vero, ne siamo lontani anni luce dal considerarlo come motivo di interesse ,visto il modo pazzoide, scellerato e da frustrati con cui ci comportiamo oggi e nel quale facciamo funzionare la nostra mente. Finisco con le fantasticherie e ritorno fra la beata massa che domani affollerà tutte le strade d'Italia cercando... cercando...in verità non so cosa cerchino , forse di evadere dalle frustrazioni quotidiane, del tipo: curare la colite ubriacandosi. Per quanto mi riguarda mi stuzzica più fantasticare sul perché in una chiesa vuota c'è più tranquillità interiore che sul cucuzzolo di una montagna che andare ad impattare tra la folla in un " tranquillo week end " di traffico dove l'unica cosa che puoi imparare è come essere più paziente per non sopprimere gli incivili ed i matti.

    RispondiElimina
  2. Mi ha colpito la tua affermazione: "Ho sempre creduto in Dio, ma sono sempre stata critica nei confronti della Chiesa e non vado quasi mai a messa"ma anche io,quando entro in chiesa mi sento bene ed aggiungo che non mi confesso da una decina di anni perche quando ho bisogno di confidarmi con il Signore, non ho bisogno di parlare con un prete, perche non en ho fiducia,Sbagliato?Forse si.
    Daniela

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Con i preti anche io non ho un buon rapporto, Daniela, ma ce ne sono tanti che meritano stima e fiducia, bisogna dirlo.

      Elimina

Grazie per il tuo contributo