domenica 18 giugno 2017

260. LA VITA È ADESSO


“C’è una casa di tronchi
con il tetto di tavole, a sinistra.
Non è quella che cerchi. 

E’ quella appresso, subito dopo una salita. 
La casa dove gli alberi sono carichi
di frutta. Dove flox, forsizia e calendula crescono rigogliose. 

E’ quella la casa dove, in piedi sulla soglia, c’è una donna
con il sole nei capelli. 


Quella che è rimasta in attesa
fino ad ora.
La donna che ti ama.
L’unica che può dirti:
“Come mai ci hai messo tanto?”

Raymond Carver


Viviamo costantemente nell'attesa che accada qualcosa di speciale, che ci sorprenda e ci renda felici, finalmente appagati.
La donna con il sole tra i capelli ha saputo attendere, ed è stata premiata. 
È questo che ci insegnano i versi di Carver: l'attesa non è mai vana.
Ma se lui sbaglia casa? E se si fermasse alla casa di tronchi a sinistra? Cosa accadrebbe alla donna, avrebbe forse la luna tra i capelli? Invecchierebbe senza ricevere il premio.
C'è bisogno che qualcuno glielo dica all'uomo di andare oltre, di non farsi ingannare, perché da solo cederebbe alla tentazione della prima casa, una tentazione che gli farebbe solo perder tempo, che renderebbe più lunga l'attesa della felicità. 
Quindi, non preoccupiamoci dei messaggi, delle telefonate, degli incontri che non arrivano, non è quello di cui abbiamo bisogno, coltiviamo flox, forsizia e calendula e godiamo del nostro giardino, la felicità è tutta là. E solo chi ci ama saprà apprezzare i colori, i profumi e la carezza vellutata dei nostri fiori e arriverà a noi. Arriverà, ne sono sicura.






domenica 11 giugno 2017

259. DISTRAZIONI DI MASSA

Oggi parlavo con la mia amica Francesca di quanto siamo diventati tutti più superficiali, di quanto sia diventata abitudine diffusa quella di non andare addentro le questioni, la conoscenza dei fatti. Sappiamo tutti un po' di tutto, ma in realtà non sappiamo niente per davvero. Parlo in prima persona plurale perché ritengo di essere anche io, mio malgrado, un po' parte di questo gruppo di mediocri. Purtroppo ci sono dentro, ma non ancora a livelli patologici, ancora non contaminata dal male del secolo: la prosopopea dell'ignorante. Perché il problema non è tanto la superficialità in se stessa, ma l'arroganza con la quale si affermano le proprie opinabili convinzioni. A Napoli i portatori insani di questo virus si chiamano "ciucci e presuntuosi". Il virus causa nel soggetto attaccato due effetti: aumento dell'autostima e drastica riduzione, fino alla completa scomparsa, della capacità critica. La diffusione della prosopopea dell'ignorante trova terreno fertile tra i frequentatori assidui dei social e tra i teledipendenti, essendo tali mezzi di comunicazione causa di un terrificante livellamento culturale. Bisogna stare attenti a non pestarsi al gioco di chi ci vuole passivi.
Mi viene in mente un tema che ho svolto al terzo anno delle superiori, nel quale mi veniva chiesto di discutere sul mio programma televisivo serale preferito. Cominciai con lo specificare che non guardavo la tivvù la sera, ma leggevo, o ascoltavo la radio, sono sempre stata amante della musica e la sera le radio, negli anni della mia adolescenza, trasmettevano musica senza interruzioni, non c'erano programmi e speaker rompicoglioni, insomma si potevano ascoltare piacevoli playlist. Il coraggio con cui avevo svolto il compito in classe, contestando la traccia stessa, unito alla mia innata passione per la narrazione, mi fecero guadagnare un ottimo giudizio, merito ovviamente dell'intelligenza culturale della mia insegnate di lettere, che non smetterò mai di ringraziare. Questo per dire che talvolta siamo schiavi di moralismi indotti, attuali forme di distrazione di massa, attuate nella nostra totale inconsapevolezza. Un esempio sopra tutti: il caso Riina. Il "popolo italiano" si è riscoperto vendicativo, impietoso e sempre più fascista. Ops! Cosa ho mai detto? Ma come, votano PD e sono fascisti? Tutti froci col culo degli altri! Tutti ad invocare la legge del taglione!
Ma qualcuno, dico 'qualcuno', si è informato che nella nostra amata democrazia il carcere non è punitivo, ma rieducativo? Qualcuno è andato a cercare di informarsi per provare a capire perché Riina ha facoltà di scontare gli ultimi anni in condizioni più  umane? Mi sembra che qui la democrazia sia ad uso e consumo proprio, che ciascuno la intenda come vuole. Alla fine, è come ho scritto più volte: nessuno la vuole questa libertà, la maggior parte degli italiani vuole essere guidata, vuole affidarsi ad una o pochissime persone che decidano e pensino per tutti. E allora non perdete il tempo a discutere la traccia Riina, contestatela e concentratevi su una legge elettorale che provavano a farvi ignorare, che mentre si buttavano parole pro e contro quel delinquente, veniva discussa in parlamento. Sarebbe stato meglio che non ci fossimo fatti distrarre dall'ennesimo caso inventato, che avessimo discusso sul carattere antidemocratico di quella legge elettorale e su tanto altro. 
Francesca ed io siamo politicamente distanti, ma oggi eravamo entrambe d'accordo sul male che ha colpito gran parte dei nostri connazionali. <<Mariavitto'>>, mi ha detto, <<qui non è una questione politica, questa è una questione di etica!>>.
Quanto c'hai ragione France'!



sabato 10 giugno 2017

258. IL BACIO

Ti manderò un bacio con il vento e so che lo sentirai, ti volterai senza vedermi ma io sarò li.

Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni.

Vorrei essere una nuvola bianca in un cielo infinito per seguirti ovunque e amarti ogni istante.

Se sei un sogno non svegliarmi.

Vorrei vivere nel tuo respiro. Mentre ti guardo muoio per te.

Il tuo sogno sarà di sognare me.

Ti amo perché ti vedo riflessa in tutto quello che c’è di bello.

Dimmi dove sei stanotte ancora nei miei sogni?

Ho sentito una carezza sul viso arrivare fino al cuore.

Vorrei arrivare fino al cielo e con i raggi del sole scriverti ti amo.

Vorrei che il vento soffiasse ogni giorno tra i tuoi capelli, per poter sentire anche da lontano il tuo profumo!

Vorrei fare con te quello che la primavera fa con i ciliegi.

Pablo Neruda, Il Bacio

Bellissima! Trovo che questi versi siano davvero ricchi di amore, più che di passione, di un sentimento più nobile. Qui si legge di un amore più delicato, più rispettoso (ti manderò un bacio con il vento), di un amore che brama con discrezione  (vorrei che il vento soffiasse ogni giorno tra i tuoi capelli, per poter sentire anche da lontano il tuo profumo!), che gode della bellezza e dello splendore dell'altro, e magari auspica di esserne l'artefice (vorrei fare con te quello che la primavera fa con i ciliegi).

Adoro questi versi, c'è tutto il senso dell'amore vero, che non è possesso, ma desiderio, ammirazione, non urla e non è invadente, bensì è silenzioso ed impalpabile come un sogno. La carezza ed il bacio sono le uniche espressioni fisiche che in questa eterea celebrazione dell'amata appaiono esse stesse nobili ed eleganti.

Credo sia questa la parte migliore dell'amore: un bacio lanciato con il vento.