domenica 12 febbraio 2017

247. GABBANI VUOL DIRE FIDUCIA

Non posso esimermi dal farlo, anche quest'anno devo parlare di Sanremo.
So che i fedelissimi lettori del blog se lo aspettano.
Guardo Sanremo da sempre, credo di averne fatto a meno giusto qualche anno nelle età adolescenziali, quella che precede i venti e quella che precede i quaranta per intenderci, ma si è trattato di brevi pause.
Ho già detto che nutro un certo fastidio quando guardo Carlo Conti che, oltre ad essere bruttino, è privo di carisma, la pessima copia di Pippo Baudo, con personalità e verve più o meno pari a quelle del mio forno.
Anche oggi, che ha dichiarato di aver bonificato centomila euro del suo compenso ai terremotati, mi è sembrato tristemente amorfo, come se le critiche che hanno accompagnato, soprattutto preceduto, questa edizione del festival, lo avessero spaventato al punto tale da indurlo a compiere il gesto più auspicato dagli italiani: è o popolo che o vvo'. Anche questo è Sanremo.
Pare che dopo gli insuccessi, delle campagne sociali della Lorenzin, abbiano deciso di affidare al festival anche la propaganda a favore della crescita demografica. Come è bella la signora Pollacci che a novantadue anni ancora fa l'ostetrica, dopo aver fatto nascere più di settemila bambini! Che originalità Crozza che dice: spegnete la TV e fate l'amore! Peccato che la campagna sia fallita anche stavolta quando hanno ospitato un record man dei nostri tempi. Che tenerezza il signor Nicotra, dipendente modello perché in quarant'anni di lavoro non si è mai assentato, rinunciando persino alle ferie! Comportamento quantomeno sospetto, oltre che per niente sano e corretto, visto che è noto che nessuno può e deve rinunciare alle ferie, ma soprattutto viene da pensare che fuori dal suo ufficio il bravo dipendente avesse davvero una vita con 50 sfumature di marrone! L'intervento di Nicotra, con la disoccupazione giovanile al 40%, ci ha fatto scendere il cuore nelle calzette ed annullato gli effetti della prima parte della campagna pro fertilità.
Alla fine, è stato un festival abbastanza sobrio, politically correct, un festival in cui fa più ridere un intervento di Checco Zalone registrato che quelli di Crozza, surclassato anche da una Geppi Cucciari in gran forma. Su Maria De Filippi non ho granché da dire, sempre uguale a se stessa, sembrava fosse uscita da casa, così come si trovava, per andare a presentare Sanremo all'ultimo minuto, senza dare troppo peso a nulla. Insomma, un festival molto soft, che ha lasciato molto a desiderare dal punto di vista musicale! E alla fine hanno vinto le canzoni che anche nel mio gruppo di ascolto avevamo ritenuto migliori.
La Mannoia è fantastica, ci emoziona, è bella, intelligente, profonda, ma la canzone non era il massimo, piacevole, ma troppo prevedibile, troppo pretenziosa nel titolo e nella sacralità di alcune espressioni. Le stesse caratteristiche di alcune citazioni molto social che Francesco Gabbani, con ironia ed intelligenza, senza grandi pretese, ha criticato nella sua divertente canzone. Ammetto che non riesco a non ballare ogni volta che l'ascolto! Ermal Meta mi piace, ma soprattutto piace a mia cugina Mariangela che l'avrebbe premiato anche se avesse cantato il ballo del qua qua. 
Leggetele le prime due canzoni classificate, scoprirete che Gabbani merita sempre la nostra fiducia. 

OCCIDENTALI'S KARMA

Essere o dover essere
Il dubbio amletico
Contemporaneo come l’uomo del neolitico
Nella tua gabbia 2×3 mettiti comodo
Intellettuali nei caffè
Internettologi
Soci onorari al gruppo dei selfisti anonimi
L’intelligenza è démodé
Risposte facili
Dilemmi inutili.
AAA cercasi (cerca sì)
Storie dal gran finale
Sperasi (spera sì)
Comunque vada panta rei
And singing in the rain
Lezioni di Nirvana
C’è il Buddha in fila indiana
Per tutti un’ora d’aria, di gloria
La folla grida un mantra
L’evoluzione inciampa
La scimmia nuda balla
Occidentali’s Karma
Occidentali’s Karma
La scimmia nuda balla
Occidentali’s Karma
Piovono gocce di Chanel
Su corpi asettici
Mettiti in salvo dall’odore dei tuoi simili
Tutti tuttologi col web
Coca dei popoli
Oppio dei poveri.
AAA cercasi (cerca sì)
Umanità virtuale
Sex appeal (sex appeal)
Comunque vada panta rei
And singing in the rain.
...

CHE SIA BENEDETTA

Ho sbagliato tante volte nella vita 
Chissà quante volte ancora sbaglierò 
In questa piccola parentesi infinita quante volte ho chiesto scusa e quante no. 
È una corsa che decide la sua meta quanti ricordi che si lasciano per strada 
Quante volte ho rovesciato la clessidra 
Questo tempo non è sabbia ma è la vita che passa che passa. 
Che sia benedetta 
Per quanto assurda e complessa ci sembri la vita è perfetta 
Per quanto sembri incoerente e testarda se cadi ti aspetta 
Siamo noi che dovremmo imparare a tenercela stretta 
Tenersela stretta 
Siamo eterno siamo passi siamo storie 
Siamo figli della nostra verità 
E se è vero che c’è un Dio e non ci abbandona 
Che sia fatta adesso la sua volontà 
In questo traffico di sguardi senza meta 
In quei sorrisi spenti per la strada 
Quante volte condanniamo questa vita 
Illudendoci d’averla già capita 
Non basta non basta 
Che sia benedetta 
Per quanto assurda e complessa ci sembri la vita è perfetta 
Per quanto sembri incoerente e testarda se cadi ti aspetta 
Siamo noi che dovremmo imparare a tenercela stretta a tenersela stretta 
A chi trova se stesso nel proprio coraggio 
A chi nasce ogni giorno e comincia il suo viaggio 
A chi lotta da sempre e sopporta il dolore 
Qui nessuno è diverso nessuno è migliore. 
A chi ha perso tutto e riparte da zero perché niente finisce quando vivi davvero
A chi resta da solo abbracciato al silenzio 
A chi dona l’amore che ha dentro 
Che sia benedetta 
...


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