domenica 26 febbraio 2017

248. CHE SIA MALEDETTA

Il post precedente si chiudeva con queste tre parole: "Che sia benedetta!", ultimo verso della canzone che Fiorella Mannoia ha portato al Festival di Sanremo, un inno alla vita.
Nelle due settimane successive, ironia della sorte, ben tre avvenimenti hanno sottolineato in maniera eclatante che a volte la vita la si può maledire.
L'ha maledetta il sedicenne che si è suicidato a Lavagna, dopo aver ricevuto la perquisizione dalla Guardia di Finanza. Perquisizione voluta da una madre esasperata, una madre che non ha saputo trovare altra via per attirare l'attenzione di suo figlio, un figlio che alla fine l'ha punita, infliggendole l'ultima grande pena: il dolore immenso della perdita e il peso eterno del rimorso. Chissà perché l'amore spesso ci fa sbagliare, fino a farci commettere in certi casi errori irrimediabili
La maledicono, questa vita. le donne che si trovano davanti alla scelta devastante di interrompere una gravidanza, e che mai e poi mai si augurerebbero che ad attenderle in ospedale ci sia un medico obiettore. Perché un medico deve essere tale sempre, non solo quando lo ritiene opportuno. Ben venga quindi la decisione del San Camillo di riservare il concorso esclusivamente ai ginecologi non obiettori.
La sta maledicendo Fabiano Antoniani (dj Fabo) che all'età di 40 anni, costretto in un corpo che non gli appartiene più, divenuto cieco e tetraplegico in seguito ad un incidente, proprio non ne può più di affrontare terapie fastidiose e fallimentari, e chiede di poter morire, invoca l'eutanasia.

E allora, che sia maledetta questa vita che umilia, mortifica, che ci costringe a scelte tragiche, o che addirittura ci rende impotenti, non ci dà opportunità di scegliere, che sia maledetta.

Che si maledica, fino a che non ritorni ad essere magnanima, fino a che non torni a sorprenderci e ad essere nuovamente benedetta, ma che si possa avere sempre la voglia e la forza di affrontarla.
Benediciamo e malediciamo libaramente, ma che sia sempre vita.

Se poi è essa stessa a deporre le armi, se decide di lasciarci in uno stato vegetale, disarmati allo stesso modo, che si possa porre fine alla farsa.

Hanno creato un hashtag per sollevare l'interesse del governo italiano sulla vicenda di Fabiano Antoniani, perché si legiferi finalmente in materia di suicidio assistito:  per chi volesse informarsi ulteriormente o appoggiare la protesta.







domenica 12 febbraio 2017

247. GABBANI VUOL DIRE FIDUCIA

Non posso esimermi dal farlo, anche quest'anno devo parlare di Sanremo.
So che i fedelissimi lettori del blog se lo aspettano.
Guardo Sanremo da sempre, credo di averne fatto a meno giusto qualche anno nelle età adolescenziali, quella che precede i venti e quella che precede i quaranta per intenderci, ma si è trattato di brevi pause.
Ho già detto che nutro un certo fastidio quando guardo Carlo Conti che, oltre ad essere bruttino, è privo di carisma, la pessima copia di Pippo Baudo, con personalità e verve più o meno pari a quelle del mio forno.
Anche oggi, che ha dichiarato di aver bonificato centomila euro del suo compenso ai terremotati, mi è sembrato tristemente amorfo, come se le critiche che hanno accompagnato, soprattutto preceduto, questa edizione del festival, lo avessero spaventato al punto tale da indurlo a compiere il gesto più auspicato dagli italiani: è o popolo che o vvo'. Anche questo è Sanremo.
Pare che dopo gli insuccessi, delle campagne sociali della Lorenzin, abbiano deciso di affidare al festival anche la propaganda a favore della crescita demografica. Come è bella la signora Pollacci che a novantadue anni ancora fa l'ostetrica, dopo aver fatto nascere più di settemila bambini! Che originalità Crozza che dice: spegnete la TV e fate l'amore! Peccato che la campagna sia fallita anche stavolta quando hanno ospitato un record man dei nostri tempi. Che tenerezza il signor Nicotra, dipendente modello perché in quarant'anni di lavoro non si è mai assentato, rinunciando persino alle ferie! Comportamento quantomeno sospetto, oltre che per niente sano e corretto, visto che è noto che nessuno può e deve rinunciare alle ferie, ma soprattutto viene da pensare che fuori dal suo ufficio il bravo dipendente avesse davvero una vita con 50 sfumature di marrone! L'intervento di Nicotra, con la disoccupazione giovanile al 40%, ci ha fatto scendere il cuore nelle calzette ed annullato gli effetti della prima parte della campagna pro fertilità.
Alla fine, è stato un festival abbastanza sobrio, politically correct, un festival in cui fa più ridere un intervento di Checco Zalone registrato che quelli di Crozza, surclassato anche da una Geppi Cucciari in gran forma. Su Maria De Filippi non ho granché da dire, sempre uguale a se stessa, sembrava fosse uscita da casa, così come si trovava, per andare a presentare Sanremo all'ultimo minuto, senza dare troppo peso a nulla. Insomma, un festival molto soft, che ha lasciato molto a desiderare dal punto di vista musicale! E alla fine hanno vinto le canzoni che anche nel mio gruppo di ascolto avevamo ritenuto migliori.
La Mannoia è fantastica, ci emoziona, è bella, intelligente, profonda, ma la canzone non era il massimo, piacevole, ma troppo prevedibile, troppo pretenziosa nel titolo e nella sacralità di alcune espressioni. Le stesse caratteristiche di alcune citazioni molto social che Francesco Gabbani, con ironia ed intelligenza, senza grandi pretese, ha criticato nella sua divertente canzone. Ammetto che non riesco a non ballare ogni volta che l'ascolto! Ermal Meta mi piace, ma soprattutto piace a mia cugina Mariangela che l'avrebbe premiato anche se avesse cantato il ballo del qua qua. 
Leggetele le prime due canzoni classificate, scoprirete che Gabbani merita sempre la nostra fiducia. 

OCCIDENTALI'S KARMA

Essere o dover essere
Il dubbio amletico
Contemporaneo come l’uomo del neolitico
Nella tua gabbia 2×3 mettiti comodo
Intellettuali nei caffè
Internettologi
Soci onorari al gruppo dei selfisti anonimi
L’intelligenza è démodé
Risposte facili
Dilemmi inutili.
AAA cercasi (cerca sì)
Storie dal gran finale
Sperasi (spera sì)
Comunque vada panta rei
And singing in the rain
Lezioni di Nirvana
C’è il Buddha in fila indiana
Per tutti un’ora d’aria, di gloria
La folla grida un mantra
L’evoluzione inciampa
La scimmia nuda balla
Occidentali’s Karma
Occidentali’s Karma
La scimmia nuda balla
Occidentali’s Karma
Piovono gocce di Chanel
Su corpi asettici
Mettiti in salvo dall’odore dei tuoi simili
Tutti tuttologi col web
Coca dei popoli
Oppio dei poveri.
AAA cercasi (cerca sì)
Umanità virtuale
Sex appeal (sex appeal)
Comunque vada panta rei
And singing in the rain.
...

CHE SIA BENEDETTA

Ho sbagliato tante volte nella vita 
Chissà quante volte ancora sbaglierò 
In questa piccola parentesi infinita quante volte ho chiesto scusa e quante no. 
È una corsa che decide la sua meta quanti ricordi che si lasciano per strada 
Quante volte ho rovesciato la clessidra 
Questo tempo non è sabbia ma è la vita che passa che passa. 
Che sia benedetta 
Per quanto assurda e complessa ci sembri la vita è perfetta 
Per quanto sembri incoerente e testarda se cadi ti aspetta 
Siamo noi che dovremmo imparare a tenercela stretta 
Tenersela stretta 
Siamo eterno siamo passi siamo storie 
Siamo figli della nostra verità 
E se è vero che c’è un Dio e non ci abbandona 
Che sia fatta adesso la sua volontà 
In questo traffico di sguardi senza meta 
In quei sorrisi spenti per la strada 
Quante volte condanniamo questa vita 
Illudendoci d’averla già capita 
Non basta non basta 
Che sia benedetta 
Per quanto assurda e complessa ci sembri la vita è perfetta 
Per quanto sembri incoerente e testarda se cadi ti aspetta 
Siamo noi che dovremmo imparare a tenercela stretta a tenersela stretta 
A chi trova se stesso nel proprio coraggio 
A chi nasce ogni giorno e comincia il suo viaggio 
A chi lotta da sempre e sopporta il dolore 
Qui nessuno è diverso nessuno è migliore. 
A chi ha perso tutto e riparte da zero perché niente finisce quando vivi davvero
A chi resta da solo abbracciato al silenzio 
A chi dona l’amore che ha dentro 
Che sia benedetta 
...


sabato 11 febbraio 2017

246. NULLA È COME APPARE


Più passa il tempo, più mi rendo conto che nulla è come appare.
Chi ti urla contro non è più forte di te, anzi ti teme. 
Chi sorride, non è più fortunato, è solo più forte.
E chi tradisce nasconde strane verità. 
Ci sono due tipi di tradimento: quello che si consuma perché ci si innamora di un'altra persona, e quello che si compie per desiderio di conferma.
Si comprende che ci si trova di fronte ad un tradimento del secondo tipo, quando il traditore fa di tutto per essere scoperto.
Potremmo dire che in questo caso, chi tradisce ferisce due volte: quando agisce e quando si fa scoprire o si confessa.
Che strano, reagiamo malissimo ad un'ammissione di  tradimento perché leggiamo nell'artefice il desiderio di far male, senza capire che siamo davanti al nostro primo ammiratore. Chi vuole farci sapere di essere stato apprezzato da altri, vuole solo aumentare le sue referenze, perché non si sente adeguatamente considerato. Non dico che dovremmo esserne felici, ma dovremmo fermarci a valutare l'aspetto consolatorio. 
Chi tradisce, in questo caso, è convinto che il/la partner ufficiale sia il migliore della coppia, o solo perché più bello, o perché più colto, più facoltoso, o semplicemente perché rappresenta quello che avrebbe voluto essere.
Insomma, il traditore, come l'invidioso, ha sempre un'altissima considerazione del soggetto ingannato. Non significa che questa tipologia di traditori ami la persona stimata, la vede però come un trofeo da mostrare, perché non crede di essere sufficientemente all'altezza, sente di non essere apprezzato socialmente quanto il suo trofeo. In pratica, è un grande insicuro e, avendo una sorta di idolatria per il partner ufficiale, sceglierà prede che ritiene inferiori, per ricevere puntualmente la conferma di aver accanto il top e non rischiare di innamorarsi. È geloso perché considera che il trofeo sia appetibile a tutti e crede  di non avere grandi armi per competere, quindi controlla ogni mossa del partner/trofeo e vive costantemente nel timore di perderlo.
Per questi traditori non ci sarà mai pace.
Per i traditi resta la delusione, l'orgoglio ferito, ma potrebbero crogiolarsi nella consapevolezza di essere considerati speciali dal traditore, e per questo non lasciarli mai. 
Al di là dei tradimenti di coppia, esistono tradimenti che lasciano ugualmente tanta amarezza, tanta tristezza. Quelli che subiamo quotidianamente, nel momento in cui capiamo di essere stati onesti e leali con chi invece ha abusato della nostra fiducia. L'amore per noi stessi dovrebbe prevalere e spingerci ad allontanare definitivamente queste persone, ma non sempre ne siamo capaci.
Continuerò a fidarmi di chi ho di fronte, sapendo di rischiare, continuerò ad arrabbiarmi, rattristarmi, e a non lasciare spazio alla razionalità, anche sbagliando. Vittima del mio istinto, del mio amor proprio, ma libera dalle brutture della vita. 
Del resto, mi chiedo, se io mi voglio bene e mi stimo, perché non dovrebbero farlo gli altri? 


domenica 5 febbraio 2017

245. CORAGGIO

A settembre 2016 nel post 227 PROTEGGERSI DA RAGGI scrivevo già di quanto fosse ridicolo l'attacco mediatico alla sindaca di Roma, e di quanto sarebbe risultato difficile sradicare il marcio che sta rovinando la capitale ed il Paese tutto. Dopo quella data, l'attacco si è intensificato, si sono verificati altri episodi, fino ad arrivare a quello della scorsa settimana improntato sulla presenza di una fantomatica polizza assicurativa, che vedrebbe come beneficiaria la sindaca stessa. E giù tutti a criticarla, a definirla disonesta e a parlar male del Movimento 5 stelle, insomma, si sono scatenati tutti, anche chi di politica non si è mai interessato e non ha neanche mai visto una polizza. Si è scatenata la maggior parte della stampa e della tivvù, alcuni politici rosiconi e tanti piccoli esponenti delle tifoserie avverse. Il caos è talmente grande, che non sono riuscita a stare zitta, ho pensato che avrei dovuto contribuire a far chiarezza. Fino ad ora Virginia Raggi non ha commesso alcun reato, non è stata disonesta e non ha creato alcun danno. Ha commesso l'errore di non fare una sana pulizia di colletti bianchi, di fidarsi di vecchi volponi già corresponsabili di precedenti disastri, insomma ha peccato di inesperienza, e forse di incapacità, ma non di disonestà. Probabilmente avrebbe dovuto agire con più coraggio. Tutto il resto è fumo, il nulla. Sono stufa di scrivere su Facebook commenti politici, almeno non mi va di farlo in questo momento. Tutti questi 'mi piace', inseriti per dar forza alle parole, caricano i webeti di turno che si sentono energici come leoni nell'arena e sparano a zero contro il malcapitato di turno, senza cognizione di causa. Così si assiste a vere e proprie risse verbali, inutili e volgari. Come se i tafferugli virtuali aiutassero a sfogare la rabbia accumulata durante le attese alle fermate dell'autobus o della metro, quella acquisita quando ci si trova a frequentare ospedali, quella provocata dalla notizia dei milioni destinati alle banche, quella che tanti italiani senza lavoro covano in corpo, la rabbia che arriva a farci odiare uno straniero, che non ha alcuna colpa del nostro malessere, o che ci porta a farci giustizia da soli.
Provate a leggere un dibattito politico su Facebook, osserverete vari tipi di commentatori politici, per grandi linee ho tracciato i principali:
gli Ultrà, quelli che non direbbero mai che il proprio idolo politico ha sbagliato, che giustificherebbero anche il più grave illecito compiuto dallo stesso, che magari a san Valentino gli mandano pure un regalo. Come dire: la nostra faccia sotto ai piedi vostri e potete pure camminarci sopra.
I pacifisti, che con il desiderio di non essere di parte, provano a valutare tutte le informazioni raccolte e talvolta appaiono qualunquisti, sono forse più saggi, ma dopo il primo commento, vengono quasi ignorati perché la politica non ha bisogno di saggezza, ma di passione, non ha bisogno di arbitri, ma di giocatori.
Infine ci sono i commentatori-fimo, che si plagiano facilmente, si modellano all'occorrenza e, in base a quel che leggono, o che gli viene raccontato dall'ultrà più vicino, adattano il loro pensiero, generalmente facendo proprie le parole lette o ascoltate. Insomma, zero capacità critica, come la gran parte degli utenti dei social, e non solo.
Proprio oggi parlavo con un aspirante coach, una persona con delle idee che vorrebbe diffondere e far comprendere, discutevamo di quanto fossero proliferati negli ultimi anni i guru di ogni genere, e di quanto trovino facilmente adepti.
C'è un grande bisogno di "guide", politiche, spirituali, alimentari, la maggior parte delle persone desidera seguire un motivatore piuttosto che farsi forza e decidere in autonomia, così, in caso di fallimento, si sa a chi dare la colpa, e noi saremo sempre salvi, perché per salvarsi da soli, ci vuole coraggio.