sabato 7 gennaio 2017

241. NAPUL È

Finite le feste, basta sentimentalismi, basta retorica, basta rimedi per far fronte alla malinconia, niente più cazzate!
Torniamo alla realtà, alle cose serie. Basta bufale! Lo dicono tutti, soprattutto i giornalisti, quelli pagati per farlo. Ops! E allora è allarme meningite, attenzione! I giornalisti, sempre loro, dicono che ci sono dei morti, (vero, purtroppo sì) tutti a vaccinarsi! Peccato che neanche il vaccino avrebbe potuto salvare le povere vittime. Qualcuno spiega cosa significa fare il vaccino per la meningite, i rischi e, soprattutto che non garantisce la copertura per ogni tipo di meningococco. Insomma, in poche settimane, l’allarme meningite si trasforma in psicosi, sempre a detta dei giornalisti. Da allarme a psicosi il passo è breve, giusto quanto un foglio A4 con un comunicato del Ministero della Salute.
OK, ma non basta per riempire le pagine di un quotidiano o un Telegiornale. E qui arriviamo noi napoletani, dove non si sa che fare, cosa dire, l’argomento salva tutti è Napoli. La mia amatissima e complicatissima città, sempre troppo usata. Come una bella donna che apre le braccia a tutti, in nome della tolleranza, della libertà, della magnanimità, donando amore e speranza anche a chi la disprezza.
E allora si parla della guerra, finora solo mediatica, tra il sindaco De Magistris e lo scrittore Saviano, dei loro scontri verbali e delle loro napoli. L’ho scritto volutamente in minuscolo, perché Napoli non è né quella descritta dal furbo Saviano, né quella pubblicizzata dal folkloristico sindaco. Napoli è tutta n’ata storia, direbbe Pino Daniele, è meraviglia, bellezza, arte, cultura, ma è anche disillusione, rabbia, frustrazione, Napoli è eccessiva nel bene e nel male, è passione. A Napoli i colori sono forti, le urla sono penetranti, i soprusi sono evidenti, la rabbia la si percepisce in ogni strada, soprattutto in quelle del centro. E se riusciamo ancora a viverci ed a sorridere è perché vogliamo che ad emergere sia la bellezza di questa terra, vogliamo che ad amarla siano in tanti, sempre di più, che questa passione sia contagiosa ed arrivi anche a quelli che l’hanno violentata. A Napoli c’è la Gomorra raccontata da Saviano, scrittore che ho apprezzato fino a che non è divenuto il replicante di se stesso, un inutile tuttologo, pieno di qualunquismi a servizio dei suoi editori. E c’è anche la città pubblicizzata dal sindaco arancione, che anche ho apprezzato in varie fasi della sua carriera di magistrato ed all’inizio del suo primo mandato, prima che la sua funzione si limitasse ad una réclame  antica. C’è bisogno di combattere la delinquenza ovunque, non solo a Napoli, c’è bisogno di far vincere la bellezza su tutto, non solo a Napoli, ma bisogna agire concretamente perché ciò avvenga. E se vi serve parlare di noi, parlatene pure, perché qui tutto è concesso, noi vi accoglieremo sempre con il sorriso di chi sa già dove volete andare a parare.

P.S. Pare che nell’ultimo dialogo tra De Magistris e Saviano, il sindaco abbia detto: <<Robe’, visto che si brav a smunta’ tutto l’entusiasmo ca teng, perché nun smonti pure NAlbero? Jamm bell ja!>>



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