lunedì 18 agosto 2014

116. DIMMI QUANTO PESI E TI DIRÒ CHI SEI


Sono in spiaggia e, come sempre, osservo tutto ciò che mi circonda, sdraio, ombrelloni, panzoni, lettini, bambini, palette e aspiranti soubrette. Corpi statuari e statue in apnea, sorrisi sgargianti e gonfiabili sofferenti, morbidi corpi di ultraquarantenni e pacche rugose di magre ultrasessantenni. Gazzelle incoscienti intorno ai vent'anni, consapevoli maliziose trentenni con naso e seno di chiara matrice chirurgica. Corpi indefiniti di latin lover in erba, muscolosi palestrati padri intorno alla crisi dei cinquanta. Secchielli e corpi abbandonati, esposti ad un sole impietoso. Adesso, dico io, come si fa a non capire da subito che un corpo asciutto, troppo aderente allo scheletro, non lascia troppo spazio alle emozioni. L'eccessiva durezza delle linee del corpo, donano una certa eleganza, ma ne mostrano al tempo stesso una freddezza ed un'aridità che è espressione di scarsa passione, scarsa generosità sessuale ed emotiva. Una sorta di anguille fiere e libere che si lasciano scivolare tutto addosso, amano solo chi le ama, e  sanno dare solo a quelli da cui hanno già ricevuto, perché sempre e comunque hanno la priorità su tutto e tutti. Altra cosa un corpo morbido, che prova a proteggersi dai dolori e dal prezzo di una passione spesso non corrisposta. I corpi che accolgono generosi le proprie e le altrui emozioni, che prodigano affetto e comprensione e trattengono in un involucro familiare e rassicurante gli odori ed i sapori di tutta una vita vissuta con intensità e forse poco coraggio. E ancora corpi sfatti ed esageratamente grossi, informi, in cui la voglia di star bene ha ceduto il posto alla rassegnazione, alla rabbia per le delusioni subite e per le ingiustizie della vita. Così si finisce per odiare anche se stessi, perché ci si ritiene complici e a volte artefici di un destino ingannatore. 
Insomma, ci sono quelli che si ritengono perfetti e puniscono chi non riconosce la loro superiorità, mostrandosi duri, asettici; ci sono quelli che puniscono se stessi nascondendosi in un'armatura seria che incute quasi timore;  e ci sono quelli che convivono con le proprie e le altrui imperfezioni, organizzano deliziosi pranzi ai quali invitano a partecipare chiunque sappia godere dei piaceri della vita e sappia riconoscere in quell'ospitalità un altruismo ed una comoda dimora.
Alla fine, un consiglio per tutti: magnatavell n'emozione!

1 commento:

  1. E' proprio questo il nodo ! Magnatavell' n'emozione. Il corpo ( l'abito ) è usato spesso per colpire gli altri cercando un segno di ammirazione..più ammirazione si riceve più il pavone o la gazza si gonfia...ma è come se fosse un vino annacquato...manca ancora la vera essenza, cercata, di tutta la messa in scena corporale...arriverà ? Non si sa.
    Poi c'è chi non può richiedere sguardi ammirevoli per il proprio corpo...ed allora che fa ? invece di dispensare simpatia..benevolenza...dolcezza...diventa acido..insoportabile ...quasi cattivo...e le emozioni ? Forse arriveranno...da un pari suo...ed insieme creeranno un pariglia di fetenti...spesso cattivi dietro i sorrisi abbozzati.
    Ci sono poi quelli che vogliono bene al proprio corpo, comunque sia...che guardano con dolcezza ...che dispensano benevolenza e che alla fine si riempiono di emozioni...perché....una legge astratta dell'universo...dice che il bene attira il bene ed il male attira il male.
    Morale della favola corporale o dell'abito.è .che nessun abito o corpo mostrerà nell'immediato chi c'è sotto ( dentro) , e che non importa se sei nudo o vestito o se sei grasso o magro, l'importante è ciò che riesci a riflettere nello spazio attorno a te ed attirerai in modo duraturo solo ciò che ha la stessa qualità tua....non potrai/potrò/potremo mai fregare nessuno alla lunga su questa atavica legge universale..
    ps...a napoli si dice semplicemente l'auciell' nciel..ed i fetenti in terra... :)
    Ciao mavi

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