domenica 29 dicembre 2013

77. NON LO SAPREMO MAI

Se avessi scelto di restare, anziché scappare, se avessi rinunciato a dire ciò che ho detto, cosa sarebbe successo? Avete presente "Sliding doors"? Sarebbe comodo per ciascuno di noi poter scegliere il modo migliore per giungere a certi risultati, sì, perché alla fine tutto va come doveva andare, attraverso modi e tempi diversi, ma ciò che deve accadere accade. Siete in grado di osservarvi dal di fuori e vedere la vostra vita come un film? Vedreste che tante situazioni si ripetono nella trama di tutti in modo differente, ma il risultato non cambia. Ci sono state e ci saranno sempre mogli deluse, intristite, pronte a cadere tra le braccia del primo volpone di turno, bastano tre parole (e non sono sole cuore e amore), due complimenti, ed il gioco è fatto! Ci sono stati e ci saranno sempre, uomini che vivono con due piedi in una scarpa: la famiglia felice e le amiche di turno. Ci sono stati e ci saranno sempre uomini e donne che non scendono a compromessi, che scelgono, che decidono di vivere senza falsità, e per questo magari si trovano soli la sera di Natale. Ci sono stati e ci saranno sempre uomini e donne che combattono per un ideale, ma sono sempre meno e non saranno mai compresi per davvero. Ci sono stati e ci saranno sempre tanti, tantissimi Aldo che vivono nella lealtà e nella correttezza, nel rispetto del prossimo, che spesso sembrano meri osservatori della vita altrui, ma che "sentono" le persone come nessuno, sono i nostri eroi di tutti i giorni, quelli che non compiranno mai grandi gesta, ma che quotidianamente danno il loro supporto, nell'anonimato, provano a rendere migliore questo mondo.  Ci sono stati e ci saranno sempre uomini e donne che non hanno il coraggio di vivere, che trovano mille scappatoie per non scegliere, che si rifugiano nel virtuale, che trovano mille giustificazioni ai loro comportamenti, che mentono a se stessi prima che agli altri. Ci sono stati e ci saranno sempre quelli che dopo una vita di passione e di dedizione verso la famiglia ed il lavoro, verso tutti, si spengono immeritatamente, in modo imbarazzante, umiliante. La mente non li segue più, non vuole seguirli, il cuore è stanco, troppo stanco di amare e di soffrire. La rinuncia alla vita, il rifugio nei mondi lontani e surreali per queste persone è l'unica "salvezza", ma è un dolore immenso per i loro figli e per tutti quelli che li amano. Ci sono stati e ci saranno sempre momenti di grande felicità e momenti di grande dolore nel ricordo di ciò che è stato e non potrà essere più. Ci sono stati e ci saranno sempre tanti pretesti per arrabbiarci e per manifestare le nostre frustrazioni. Ci sono stati e ci saranno sempre politici imbroglioni, furbi profeti e rassicuranti menzogneri. Ci sono stati e ci saranno sempre i resoconti di fine anno ed i buoni propositi per il futuro. Ci sono stati e ci saranno sempre quelli che vogliono dire la loro, sempre e comunque, come faccio io qui, e come continuerò a fare anche nel 2014 perché nonostante tutto, ci sono centinaia di persone che leggono ciò che scrivo e da quando ho aperto questo blog (10 maggio 2013) gli accessi sono stati più di 11.500. 
Grazie a tutti quelli che partecipano attivamente con i loro commenti, che mi scrivono in privato, che mi seguono con simpatia. Grazie a mio marito che c'è sempre.
BUON ANNO A TUTTI!

giovedì 26 dicembre 2013

76. MAGIA DEL NATALE

Simone lavorava da impiegato in uno studio contabile, aveva la sua bella famiglia, una moglie coetanea, un figlio quasi maggiorenne ed una figlia adolescente. Una vita "normale", tanto normale da essere noiosa. Aveva una collega che spesso finiva per assecondare il suo istinto animale, qualche amica che saltuariamente incontrava per sentirsi ancora vivo e "giovane", per sentirsi ancora un uomo libero e non un padre o un marito con le sue mille responsabilità, per sentirsi Simone e basta. Simone aveva un sorriso per tutti, anche in famiglia, ma aveva un po' meno allegria di un tempo. La famiglia gli stava stretta e quella moglie sembrava non essere più la donna di una volta, quella ragazza bella e allegra che aveva sposato 18 anni prima. La vita scorreva veloce tra gli impegni quotidiani e le piccole divagazioni, tra il lavoro e le uscite domenicali, tra i week end sulla neve e le vacanze al mare, tra la scuola dei figli e le scadenze del mutuo. Rita, la moglie, faceva la maestra d'asilo in una scuola privata, la sera era sempre stanca, era una donna curata, ma spenta da una routine, da una quotidianità troppo pesante. Una sera Simone aveva scoperto che Rita intratteneva una romantica relazione virtuale con uno sconosciuto e ne era rimasto fortemente turbato, ma inaspettatamente non aveva avuto la reazione che si sarebbe immaginato di avere in quella situazione. Spense il computer e non ne fece parola con la moglie. Passarono i giorni, le settimane, e d'un tratto era arrivato Natale. Come ogni anno, si erano riuniti con i familiari per festeggiare, Simone amava stare in casa assieme a tutti, amava l'abbondanza della tavola, i sorrisi dei figli, i consueti sfottò allo zio di turno, gli sguardi complici con il cognato ironizzando sulla mise della suocera, amava quella tradizione rassicurante. Rita era lì, sempre presente per lui e per i figli. Dopo il pranzo del 25 si erano messi tutti a giocare, ma mentre si chiamavano i numeri della tombola, tra una battuta ed un'altra, tra un ambo ed una quaterna, Simone si assentava con la mente e si soffermava ad osservare gli altri. All'improvviso i suoi occhi si posarono su due labbra rosse e generose, sulla sensualità del corpo morbido che si muoveva poco distante da lui, sulle mani eleganti, sugli occhi grandi e lucidi che un istante dopo lo sorpresero. Si sentì come un bambino beccato con il barattolo di nutella tra le mani, era rimasto incantato, quasi incredulo, quel corpo, quelle labbra, quegli occhi lui li conosceva bene, ma aveva dimenticato quanto intensi fossero, la guardava mentre portava il pandoro alla bocca e pensò che quella fosse una delle scene più erotiche alle quali avesse mai assistito. Si alzò di scatto, prese quella mano tanto elegante, la strinse forte e trascinò tutto il corpo con sè. Simone la portò lungo il corridoio e poi nella loro stanza, senza pensare a niente ed a nessuno, avvolse la moglie in un amplesso senza eguali e l'amò come non faceva da tempo. 

venerdì 20 dicembre 2013

75. AUGURI

Siamo arrivati al 20 dicembre, è tempo di farsi gli auguri, senza retorica, senza banalità, senza falsità, auguri a tutti quelli che mi seguono con curiosità, con affetto, con spirito critico, con antipatia e chi più ne ha più ne metta. Auguri a chi crede che scegliere sia sempre meglio che subire, a chi non giudica, a chi ama in silenzio, a chi spera che cambiare il numero dell'anno possa segnare una rinascita ... ecco lo so, sto cadendo nella retorica, ma è difficile tenersi lontani, il mondo è pieno di retorica. Io voglio solo che ci sia più felicità attorno a me, voglio stare bene e voglio che le persone che amo mi amino. Vorrei che la Cancellieri se ne andasse, che Letta scivolasse con tutto il suo viscidume giù negli inferi, che Berlusconi zappasse la terra, che fossero tagliati i fili che muovono quei burattini che una volta venivano definiti giornalisti, che la gente pensasse al bene comune e non sempre e solo al tornaconto personale immediato, soprattutto se questo nuoce ad altri. Vorrei vedere Sallusti e la Santanché nudi davanti a tutti, senza trucco e senza poter parlare, lavorare nelle fabbriche cinesi costruite nelle favelas italiane, vorrei poter scambiare anche solo per una settimana le vite dei ricchi con quelle dei poveri. Vorrei regalare un'infanzia felice ad ogni bambino e un castigo divino a tutti quelli che non li rispettano. Vorrei negare l'accesso ad internet a tutti quelli che non hanno mai letto un libro e su FB pubblicano aforismi dalla mattina alla sera. Vorrei che le donne la smettessero di svendersi per gli uomini, che capissero che conta più il contenuto dell'involucro. Vorrei insegnare il rispetto a quelli che urlano, trasformare in vermi quelli che abusano del loro ruolo in azienda per umiliare gli altri, vorrei che gli esibizionisti fossero ignorati, che i bugiardi scoprissero che la vita li ha ingannati. E vorrei, come sempre, che il buonismo lasciasse il posto ad un sano confronto, libero, vero, che si dicesse una volta e per tutte che gli zingari li schifiamo tutti, che non è bene bruciarli, ma che dovrebbero essere tutti tenuti a debita distanza, controllati e dove è il caso, rinchiusi. Nessuno di noi (persone oneste) è contento che le carceri vadano "alleggerite", anzi, vorremmo che i processi fossero più veloci, che ci fosse la certezza della pena e che altri edifici abbandonati fossero adibiti a carceri. E basta piangersi addosso, rimbocchiamoci le maniche e proviamo a cambiarla questa vita ...
Auguri.


sabato 14 dicembre 2013

74. SUONI E FRASTUONI

Adoro il sabato, è il giorno della settimana che preferisco. Posso svegliarmi con calma perché non lavoro, le bambine non vanno a scuola e mio marito, anche se ha da fare, cerca di farlo dopo le nove. Si fa colazione assieme, si fanno programmi per la sera e per la domenica e ci si dedica un po' di più a se stessi. In particolare, noi donne di casa, amiamo andare al mercatino vicino, girare per negozi e osservare la gente. Amo i colori dei mercati ed il fiume umano che in essi si muove, fiume di gente distratta, che per osservare tutto non si concentra su niente, gente che si esalta per ogni apparente affarone, e gente scettica e diffidente che finisce per non acquistare mai niente. "Sta sciarpa andrebbe bene per zia Titina", "Chest te piace po nonno? Giusto per non fare le solite pantofole, una coppola quest'anno andrebbe bene" - "Ma se il nonno so quattr'anni che non esce, quann s'a mett?"- "Allora gli compriamo un plaid, accussì so mett quando guarda la televisione" - "Sì, ma gli stai comprando il plaid di Peppa Pig, non penso che il nonno sia un suo fan" - "Che ci azzecca, ma è in offerta". Ecco, in questi giorni il mercato è anche questo: una commedia di Eduardo. Coppie di amiche, sorelle, madri e figlie, donne sole che acquistano completini intimi da regalare alle colleghe zitelle nella speranza che l'anno nuovo si "sistemino", senza pensare che gli uomini che incontrano, manco arrivano a vederlo il completino, perché li scartano prima, magari sarebbe meglio un biglietto per uno spettacolo comico: ridere è terapeutico! "Compratevi sti rotoli di carta regalo, venite" esorta un uomo intorno ai trent'anni, poi aggiunge, "con due di questi so riuscito ad incartare pure mia suocera", e le donne sorridono e comprano, ignorando che un giorno saranno anche loro delle suocere. "Uààà, guarda quanto è bella sta magliettina!" - "Sì, per chi la vuoi prendere?" - "Per me, è troppo bella!" - "Ma a tua sorella poi che regali?" - "La stessa, che fa, mica usciamo insieme?". E poi giovani coppie di fidanzati sorridenti, perché solo se si è fortemente innamorati si accompagna la propria donna nei mercati, li vedi camminare e baciarsi ogni tre passi, trovare "tenerissimo" un orribile Babbo Natale che balla e canta, trovare "perfetta per la mamma" una collana che la povera donna non indosserà mai, "bellissima" la sciarpa per il papà, e li vedi poi fermi accanto alla bancarella dell'intimo per acquistare il completino rosso dell'ultimo dell'anno, guardarsi con occhi lucidi e vogliosi ed emozionarsi lì, in mezzo a centinaia di persone. Poi ci sono quelli che si lanciano nel tradizionale oggetto "utile", come lo strofinaccio, il regalo ideale per le amiche over quaranta, senza infamia e senza lode, ne comprano una serie interminabile perché l'esperienza ha insegnato loro che il regalo, bello o brutto, banale o originale, non conta niente, ognuno reagirà con una smorfia di piacere, ringrazierà e non darà alcuna importanza al sentimento che lo accompagna. C'è un gran caos per le strade in questi giorni, ma io non ho ancora comprato un solo regalo di Natale, nè ho avuto l'incubo che generalmente mi assale in questi giorni: sono sola, in una strada semideserta, è il pomeriggio del 24 dicembre ed io non ho fatto nessun regalo! Si dice che i sogni son desideri, beh sarà che quest'anno, più di altri anni, ho capito che io desidero fortemente NON fare i regali di Natale. Non fare nulla di scontato, ma neanche sorprendere con regali inaspettati, deludere o creare imbarazzo a chi non ha avuto un pensiero per me, proprio non vorrei. Nonostante tutto, come ogni anno, acquisterò i regali per la mia famiglia, per i miei amici e per alcuni miei colleghi, nell'intento di regalare un sorriso e ringraziarli per essermi accanto anche in questo Natale.

sabato 7 dicembre 2013

73. LA RINASCITA

Per me, e per gran parte dei miei coetanei con prole, la parte peggiore della giornata inizia con il suono della sveglia ... Ogni mattina in casa mia si mette in scena una tragedia, si parte delle lamentele delle bambine che proprio non vogliono saperne di lasciare il letto (più le chiami e più si attorcigliano tra le lenzuola), quando finalmente a malincuore abbandonano il letto, iniziano a litigare in bagno, noi genitori per interrompere lo scontro ed affrettare i tempi cominciamo ad urlare l'elenco delle cose da non dimenticare (vi siete pettinate? avete lavato i denti? avete messo tutti i libri nello zaino?), nel frattempo, appuntiamo cose da comprare su un foglietto che il novanta per cento delle volte resterà abbandonato all'ingresso di casa, si discute con il coniuge sull'organizzazione della giornata, si accendono e si spengono luci, si aprono finestre, e tra un urlo ed un altro, finalmente si esce. Ahaaaa, ed è già il primo sollievo. Ma il momento più bello, quello che segna la fine della parte peggiore della giornata, è quello in cui si affidano i bambini agli insegnanti, quello in cui ci si sente finalmente liberi, leggeri. La scena a cui assisto ogni mattina quando accompagno le mie bambine a scuola è più o meno questa: un fiume di genitori che tengono per mano i loro bambini e corrono verso la scuola affannando, facendo mille raccomandazioni, molti di loro dopo aver lasciato l'auto in doppia fila, si muovono in maniera maldestra. Nel senso opposto, a passo molto più lento, camminano sorridenti quelli che "si sono liberati". Li vedi camminare leggeri, salutano tutti quelli che conoscono, si fermano a parlare intralciando il passo di quelli che ancora devono raggiungere la scuola, alcuni si accordano per consumare un caffè assieme, si avverte un'euforia dal carattere quasi adolescenziale: è la rinascita! La trovo una scena meravigliosa! Mi piacerebbe fotografare questa, come altre mille situazioni a cui assisto quotidianamente. E' così immediato ed eclatante il cambiamento che ti viene da pensare quanto l'essere genitori ci faccia sentire troppo responsabili, schiavi di un ruolo importante, troppo impegnativo e serio, e quanto a volte ci sentiamo inadeguati o comunque da questo ruolo vorremmo scappare. Questo, ovviamente, non ha nulla a che vedere con l'amore e la cura che rivolgiamo verso i nostri figli, ma tanti, tantissimi di noi, si sentono un po' spenti, un po' frenati dagli impegni che la famiglia impone e finiscono per cercare piccole fughe quotidiane dalle responsabilità. Bisogna rendere indipendenti quanto prima i propri figli, accompagnarli nella crescita, ma seguirli un po' da lontano, e continuare a vivere come persone libere, a coccolarci, a condividere caffè e cene con amici, a stare un po' da soli. Ogni tanto mi fermo e mi immagino correre libera, da sola, verso l'ignoto.