sabato 16 novembre 2013

69. ALDO

Aldo è un uomo come tanti, ogni mattina saluta frettolosamente sulla porta la moglie ed i suoi due bambini e si reca in ufficio. Aldo lavora in banca, oltre alle solite rassicuranti, talvolta anche irritanti, facce dei colleghi, incontra ogni giorno centinaia di volti nuovi, ciascuno con la sua storia stampata in faccia, storia che Aldo ha imparato a leggere con sempre maggiore abilità. C'è l'uomo solo, in cerca di compagnia, che si trattiene sempre più del dovuto, che parla ad alta voce guardandosi attorno, nella speranza di coinvolgere qualcun altro nella discussione, di socializzare. C'è il professionista, amico di tutti e di nessuno, che entra, saluta i presenti come se entrasse in un ambiente familiare, agisce in maniera molto pragmatica e dispensa finti sorrisi a tutti, come di lì a poco farà nell'ufficio postale o nel suo studio. C'è il commerciante stanco, non più tanto sorridente, abbrutito dal lavoro e dalla quotidiana ricerca del modo per guadagnare di più. C'è la donna anziana che ogni giorno deve trovare un motivo per uscire ed incontrare gente, c'è la giovane donna tuttofare che è madre, moglie, lavoratrice ed anche amministratrice di casa, che cammina come un soldato e non se ne frega di niente e nessuno, va sempre di corsa e sorride poco. Dietro ognuno di loro, però, c'è una storia che Aldo ricostruisce giorno dopo giorno, incontro dopo incontro. E' un grande osservatore Aldo, pensa sempre che di tutto questo, di tutto ciò che vede potrebbe scrivere un romanzo, potrebbe raccontare una e mille storie, potrebbe descrivere aneddoti divertenti, teneri, a volte anche tristi. Una mattina qualunque, di un giorno qualunque Aldo compra un quaderno prima di entrare in banca, un quaderno nero in cui avrebbe cominciato a trascrivere tutte le immagini di vita che gli si proiettavano davanti: quelle abituali e quelle insolite. Aveva deciso di scrivere un libro e di cominciare da lì, da quattro appunti insignificanti. Appena entrato, pensa bene di sistemare il suo quaderno in uno dei vani del mobiletto nel quale si incastrava quotidianamente per svolgere il suo lavoro allo sportello, aveva salutato tutti, aveva preso un caffè e poi si era seduto, sufficientemente carico per affrontare un'altra giornata, questa volta con un'emozione in più, quella di narratore. Non gli era possibile appuntare tutto ciò che accadeva nei piccoli dettagli, aveva deciso di trascrivere giusto qualche frase, qualche parola, lo spunto per stendere poi, una volta a casa, il racconto dell'episodio nei particolari. Allora aveva cominciato a scrivere la data, poi un paio di nomi di clienti abituali, poi poche parole, quelle che gli avrebbero riportato alla mente le azioni da raccontare, da descrivere nel suo racconto da spettatore. Verso ora di pranzo, un urlo, la guardia giurata all'ingresso improvvisamente si accascia per terra, entrano due uomini con un passamontagna, un sacchetto di carta, tipo quello del pane, dal quale estraggono una pistola, uno tiene sotto tiro i clienti, l'altro si dirige allo sportello di Aldo, gli punta la pistola contro e lo esorta a mettergli nel sacchetto tutto l'incasso, Aldo mette tutte le banconote disponibili nel sacchetto e glielo porge, mentre l'uomo col passamontagna lo afferra con la mano sinistra, dalla pistola che tiene nella mano destra parte un colpo, dritto sul volto di Aldo. Finisce qui tutto. Il resto è inutile raccontarlo: la fuga dei bastardi, il panico della gente presente, l'arrivo della Polizia, dell'ambulanza, il telefono che squilla nella casa vuota di Aldo (moglie a lavoro e figli a scuola), il caos per la strada, la folla di curiosi e la telefonata raggelante sul cellulare della moglie di Aldo, il suo dolore quando le mostrano il cadavere del marito, lo strazio e tutto ciò che segue. Inutile soffermarsi su queste immagini di disperazione, purtroppo le conosciamo già. Quello che succede nei giorni immediatamente successivi, è ancora più drammatico. E' ancora più assurdo! Quando i giornali cominciano a parlare dell'accaduto, quando la Magistratura inizia ad indagare. L'informazione, il male del secolo, decide tutto di tutti. Qualcuno ruba qualche notizia dai primi atti giudiziari, e si comincia a parlare di possibili rapporti di Aldo con la malavita locale, del resto perché ammazzare un semplice cassiere? Perché portare via così pochi soldi? E soprattutto, perché quel quaderno nero con pochi appunti, qualche cognome, perché? Cosa volevano dire quelle parole? Avete presente la macchina del fango? Ecco, in pochi giorni quel semplice cassiere diventa un uomo arido e cattivo, una personaccia. Nell'incredulità dei colleghi, dei vicini, dei parenti, inizia a delinearsi l'immagine di un uomo viscido e meschino, un delinquente. Che amarezza, che delusione. Ci sono attimi in cui perfino la moglie comincia ad avere dei dubbi, ma sono solo attimi, lei lo sa, lei sa che non è vero niente. E dopo qualche mese sarà chiaro anche ai giudici che Aldo non aveva nulla a che vedere con quei delinquenti, che il grilletto era stato premuto per l'errore di un cocainomane assoldato dalla malavita organizzata, che il bottino era stato meno abbondante per quello stupido imprevisto e che quel quaderno nero era un semplice raccoglitore di emozioni. Aldo era una brava persona, un uomo come tanti, un eroe dei nostri tempi. Dopo qualche mese non si parlerà più di Aldo, ma un giorno entrerà in banca qualcuno che chiederà con aria spavalda, rivolto agli impiegati: "ma voi ve l'aspettavate che quello, Aldo, scemo scemo, era un delinquente?".

6 commenti:

  1. Bello. Emozionante. Mi fa piacere che si parli di noi uomini qualunque, piccoli eroi di ogni giorno. Grazie.

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  2. Quando ho scritto questo post ho pensato ad un mio ex collega, ad Attilio Romanò, vittima della camorra. Fu ammazzato per errore, ma per un attimo i giornali lasciarono intendere che ci doveva essere stato comunque un rapporto con la malavita. La maldicenza, il fango,per molti resta, nella mente di tanti resta l'idea negativa, per questo bisogna pensare mille volte prima di parlar male di qualcuno, soprattutto se ad ascoltarti ci sono tante persone.

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  3. Per fortuna che hanno sparato a quell'idiota di Aldo. Si segnava tutti i cazzi dei clienti. Dice che un giorno ci avrebbe scritto un libro... Figurarsi....
    Adesso al suo posto c'è Francesca che ha due bocce ..... e porta la minigonna ....
    Giuseppe, il vicino di sportello di Aldo

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  4. il terzo commento dell' "anonimo veneziano" del tuo post come in altri commenti fuori luogo su tuoi post precedenti , ti fa capire che la vita , ogni giorno, può aprire un vortice , un incubo nel quale puoi venire trascinato dai tuoi stessi simili. Ti rendi conto che la moltitudine di sconosciuti che incontri o sfiori ogni giorno nasconde o una piacevole sorpresa o un inferno. La tua fortuna deve essere di non incrociare mai una mattina i portatori dell'inferno che sta dietro l'angolo.
    Penso che questo possa accadere solo tra la razza umana ; in questo le singole razze di animali sono più coerenti verso gli appartenenti alla stessa razza e tra di loro esiste solo la verità, magari dura, ma sicuramente unica e reale.
    Ciao Mavi.

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  5. Ciao Nat, sì è vero, ogni giorno abbiamo a che fare con persone che prima o poi ci sorprendono con spiacevoli comportamenti, pazienza, il male resta a loro. Chi si diverte a scrivere in maniera anonima i commenti come quello di sopra, non fa del male a nessuno, crede di essere simpatico, a volte fa anche sorridere, ma altre volte noto una chiara insofferenza. Buona domenica :)

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  6. Maron però che brava persona.O'teng a mente quand si pigliava o café a metà giornata.

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Grazie per il tuo contributo