sabato 26 ottobre 2013

65. BIANCA

Stamattina ti ho guardata più a lungo del solito, sei bella, molto bella, dicono che mi somigli, ma sei molto più bella di me. Sei sveglia, intelligente, tosta, ma anche fragile. Sei la mia bambina, sei colei che per prima mi ha dato quel senso di onnipotenza che molte donne conoscono.  Ti ho amata da subito, da quando al laboratorio di analisi mi hanno detto che ero incinta. La mia mente ha cominciato a correre veloce, a pensare a te, ad immaginarti, piccola quanto una lenticchia, credevo saresti stata un maschio, a dire il vero. Martedì compi 10 anni amore mio, già 10 anni. Ad un tratto non riesco a credere che tu sia la stessa bambina che è sbucata dal mio corpo in una tiepida notte di ottobre, piccola, molto piccola, 2 kili e 600 di tenerezza! Sei venuta fuori troppo presto, prima che finisse la 36ma settimana, avevi una gran voglia di vivere! Sapevi cosa fare tu, da sempre hai saputo cosa fare, autonoma e coraggiosa sempre, anche quando hai spinto forte saggiamente verso l'esterno e sei sbucata così, con la tua testolina, dopo sole tre ore e mezza di travaglio. Bambina saggia, un po' testarda, ma magnificamente mia! Quando l'infermiera è uscita dalla sala parto del secondo Policlinico di Napoli per annunciare ai parenti la tua nascita, tuo padre, con grandissima emozione si è precipitato verso di lei per chiederle se fosse tutto a posto, lei gli ha detto: "Sì, è bellissima!". Avevi un viso di pesca ed un profumo meraviglioso. Quando dopo poche ore mi avvertirono che saresti stata con me tutto il giorno, mi precipitai sotto la doccia per farmi trovare bella e curata. Quando ti ho presa in braccio per la prima volta, ero la donna più felice del mondo, non avrei mai smesso di accarezzarti e parlarti e baciarti e tenerti addosso a me. Il secondo giorno, mentre ti tenevo in braccio, davanti alla camera sono passate due donne anziane, ricoverate per qualche intervento di ginecologia, mi hanno osservata e non sono riuscite a trattenersi dal dispensare il consiglio di turno: "Signo' non le fate piglia' o vizio re braccia". Nientedimeno? Non avevi neanche 48 ore, eri appena uscita dal guscio materno e dovevi abituarti ad uno spazio centinaia di migliaia di volte più grande, e non dovevo tenerti in braccio? Un consiglio del genere, adesso avrebbe ricevuto una risposta ironica, un po' antipatica, ma in quei giorni avevo il sorriso fisso in volto e andava tutto bene, il mondo era bello, la gente era buona e amavo tutti, e mi ero limitata a sorridere alle due nonnine. Ripenso con orgoglio a tutte le volte che hai dimostrato di essere sensibile verso le persone, verso le ingiustizie sociali, mi intenerisco quando ascolto i tuoi discorsi sulla necessità di una Sanità accessibile a tutti, sul rispetto delle regole, della legge, sull'incoerenza della gente. Il tuo forte senso di giustizia, anche in casa, quando troppo spesso ti trovi a combattere con la prepotenza di tua sorella Simona, quel personaggione che ti fa tanto arrabbiare, ma che ti fa anche tanto ridere ed emozionare. Avevamo deciso di darti un fratello perché non fossimo troppo concentrati su di te e non rischiassimo di opprimerti, e al tempo stesso perché tu potessi avere un complice contro i genitori, ma sei sempre stata gelosa di Simona. Un giorno, mentre tua sorella si stendeva nel mio letto, addosso a me, le hai detto: spostati, mi hai rubato la mamma! Non ti ha rubato la mamma, no Bianca, la tua mamma c'è e ci sarà sempre per te e per tua sorella, ed al mio amore, si è aggiunto quello di Simona, che ti adora. Mi viene adesso in mente un episodio di un paio di anni fa, era la mattina della befana, aprendo le calze, avete scoperto che in ognuna c'era del carbone, anche nella mia, allora Simona, meravigliata, mi aveva detto: "Forse è per quando ci rimproveri e sei cattiva con noi" e tu, saggia e sensibile Bianca avevi risposto: "No Simona, quella non è cattiveria". 
Già soffro se mi racconti di aver subìto un torto, già penso a quando dovrò consolarti per le prime delusioni d'amore, ma forse tu sarai più brava della tua mamma, saprai che la vita è così, imprevedibile quanto basta, piena di ingiustizie, ma anche ricca di eventi piacevoli e di inaspettate rivincite.
Per il tuo corpo esile ti avevo iscritta a danza, perché anche io ho fatto qualche anno di danza e credo che insegni ad avere un portamento elegante, ma dopo due anni non ne volevi più sapere. Adesso fai scherma, il giusto compromesso per te tra gentilezza e determinazione, tra i tuoi sorrisi dolci e le espressioni rabbiose. Ti abbiamo chiamata Bianca perché avessi la bellezza ed il fascino di Laura Morante che interpreta Bianca nell'omonimo film di Moretti (autore che i tuoi genitori adorano); perché avessi il coraggio e la passione di Blanca, il personaggio de "La casa degli spiriti" di Isabel Allende; perché fossi una donna di classe e di cultura come Bianca Berlinguer. Direi che per ora sembra che la bellezza, il coraggio e la passione non ti manchino ... per la cultura ci stiamo lavorando ...

Auguri Bianca!

mercoledì 23 ottobre 2013

64. DONNE

Ho conosciuto Sergio una mattina di maggio, una di quelle calde mattine di primavera, eravamo in spiaggia Irene ed io, sedute sulla sabbia chiacchieravamo delle mie velleità da scrittrice, quando dall'acqua sbuca fuori una sagoma scura, un uomo alto, stretto in una muta da sub, si avvicina ad Irene, le sorride, lei si alza di scatto e si abbracciano forte. Mentre l'abbraccia, bagnandola tutta, mi guarda. Poi si allontana un po' da lei e viene verso di me, mi tende la mano alla quale mi aggrappo per tirarmi su, si presenta: -Sergio Rosi- sfoggiando un sorriso che un po' mi ricordava quel comico romano Gabriele Cirilli, - Carla Forti - rispondo con un sorriso formale. - Se vi trattenete ancora un po' possiamo prendere un aperitivo insieme, che ne dite?- - OK - risponde Irene - Cambiati che ti aspettiamo!- Mentre si allontanava da noi, si spogliava della muta ed Irene lo guardava allontanarsi. Una ventina di minuti dopo, Sergio ci ha raggiunto assieme a Pietro, un simpatico ragazzo dagli occhi blu. Siamo andati a sederci al tavolo di un bar lì vicino, mentre gli altri chiedevano un caffè, io mi facevo portare un aperitivo leggermente alcolico e Sergio mi seguiva a ruota. Mentre si parlava di noi, dei nostri progetti per le vacanze estive, consumavamo le nostre ordinazioni in un clima gioioso e rilassato. Io sorseggiavo il mio aperitivo allegramente, Pietro ed Irene prendevano in giro un amico comune, Sergio mi guardava con insistenza mentre masticava le patatine che il cameriere aveva poggiato sul tavolo in una ciotolina accanto agli aperitivi. Il modo in cui portava le patatine alla bocca, mentre mi ipnotizzava con i suoi occhi verdastri, lo ricordo ancora bene, come fosse ieri. Si ferma un attimo e mi fa - Perché mi guardi? Cosa pensi? - - Mi piace come mangi, con gusto - avevo risposto, ma avevo omesso un particolare: quello sguardo, quel sorriso sornione, mi avevano già conquistata e più che le patatine sembrava volesse mangiare me! Lo conoscevo da poco più di un'ora e già non mi importava più del suo aspetto, che all'inizio non mi aveva per niente entusiasmata, già mi piaceva! Ci eravamo salutati con tre intensi abbracci ... ma eravamo entrambi già desiderosi d'altro. Dopo quel primo incontro, ho pensato che sarei stata una stupida se avessi perso la testa per uno che viveva così, che si divertiva a corteggiare le donne sole come me. Sergio era come i tipi che io faccio rientrare nella categoria 'animatori dei villaggi', quelli che vivono allegramente, innamorati della vita, ma soprattutto di se stessi, pronti a sedurre le donne sole o semplicemente insoddisfatte. Nonostante questa consapevolezza, quando dopo pochi giorni è arrivata la sua telefonata, non ho esitato ad accettare un invito a cena. Per l'occasione avevo indossato un tubino rosso e dei bellissimi sandali neri alti, lui si era presentato con una camicia bianca su dei morbidi jeans chiari. Non ricordo niente o quasi della cena, ricordo solo i suoi occhi poggiati su di me e la sua bocca, ma ricordo bene il dopocena.  Dopo aver finto di cibarci di pesce e di un fresco vino bianco,  abbiamo finalmente varcato la soglia di casa sua per soddisfare la nostra curiosità, la fame di noi ... Mentre la porta si chiudeva, mi ha spinta contro la parete bianca del corridoio ed ha cominciato ad annusare il mio collo, con il petto mi schiacciava contro il muro e mentre con una mano mi scostava i capelli dal collo per baciarlo, infilava l'altra tra la parete e la mia schiena, nell'incavo che si crea tra le spalle ed il fondoschiena. Eravamo lì, vogliosi ed impazienti, ma volevamo prolungare il più possibile quei momenti di desiderio intenso. Gli occhi erano gli uni dentro gli altri, le bocche vicine, socchiuse, si sfioravano, ma non si toccavano, i respiri erano sempre più brevi ed il cuore ci batteva a mille. Abbiamo cominciato a baciarci, mentre mi infilava la lingua nella bocca, metteva la mano destra sotto il mio vestito ed io mi lasciavo amare. Ho poggiato le mie mani sul suo petto e l'ho allontanato un po' per sbottonargli la camicia. L'abbiamo fatto lì in piedi, nel corridoio, poi siamo andati sul suo letto e l'abbiamo rifatto ancora. Ci siamo amati con una passione intensa, come se non aspettassimo altro da anni. Ho dormito da lui ed al mattino ci siamo guardati contenti. Con il passare dei giorni, gli incontri si sono intensificati, le telefonate, i messaggi, più ci vedevamo e più ci desideravamo. In quel periodo ero felice, mi sentivo leggera. Una sera poi, dopo essere stati assieme, mi ha detto: 'Se ti avessi incontrata prima, se ...', gli ho appoggiato la mano sulla bocca e non gli ho consentito di finire la frase, gli ho detto: 'Stai zitto, non dire cose troppo belle, non dire niente'. Abbiamo di nuovo fatto l'amore, con la solita passione, ma anche con una tenerezza, con una complicità che è propria di chi si ama. Quella volta, mentre i nostri corpi si muovevano in una danza perfetta, ripeteva il mio nome più volte ... Dopo quella sera non l'ho più visto. Sì, sembra incredibile, ma Sergio è scomparso. Non ha più risposto al telefono, ai messaggi, ed anche al citofono. Avrei voluto aspettarlo sotto casa, ma mi sembrava una follia, che cosa stava succedendo? Gli ho inviato degli sms prima carini, scherzosi, poi pietosi, gli ho scritto che non meritavo quel trattamento, che avevo diritto ad una spiegazione. Sono arrivata a chiedere di lui ai suoi amici, mi hanno detto che continuava a fare la sua vita di sempre, a ridere e scherzare con tutti, a fare l'animatore del villaggio, insomma. Oggi, a distanza di qualche anno, l'ho rivisto, era in compagnia di una donna un po' volgarotta, probabilmente  una donna insoddisfatta bisognosa di compagnia, erano seduti al tavolo di un bar e bevevano un aperitivo, lui mangiava le patatine, come quel maggio in cui ci eravamo conosciuti, per un attimo si è girato, come se avesse avvertito la presenza del mio sguardo, ma non mi ha visto ed ha continuato a mangiare le sue patatine, ma stavolta di sicuro non avevano lo stesso sapore. Mi sono venute le lacrime agli occhi, ma sono andata via di corsa, verso la mia nuova vita. Mi piace immaginare che sia andata così: che i sentimenti che provava per me erano tanto forti da spaventarlo, che la sua indole da animatore gli ha consigliato di scappare via da me, mi piace pensarla così per non impazzire ...

sabato 19 ottobre 2013

63. SOS TATA

Stamattina ho cominciato ad organizzare la giornata, richiedendo la collaborazione delle mie bambine, mia figlia più grande mi ha fatto il verso e le ho mollato un ceffone. Dopo poco, mi è venuta vicino e mi ha chiesto cosa avrei voluto che facesse, mi ha dato un bacio ed ha cominciato a riordinare la stanza. Ecco, questo è solo un esempio, non significa granché, ma parto da questo episodio per riflettere un po' sulla necessità delle regole. Molti di voi avranno visto la serie TV "SOS TATA", lì ti insegnano che le regole sono fondamentali per l'educazione dei tuoi figli, che il rispetto viene dall'autorevolezza e non dall'autorità. Beh, così credo dovrebbe essere anche fuori dalle famiglie, negli uffici, per le strade, nei rapporti umani in generale. Date a questi figli d'Italia un po' di regole! Il periodo fascista e quello immediatamente successivo, ci hanno dato la consapevolezza che non c'è niente di più bello della libertà, di pensiero, di espressione, libertà di religione ... L'art. 21 della Costituzione recita appunto: "Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere." Se ci pensate bene, in una nazione accade quello che accade in una famiglia: se i genitori litigano di continuo, oltre a diventare un pessimo esempio per i figli, diventano fragili, facilmente ricattabili ed attaccabili. Se non tengono fede ad una promessa, perdono di credibilità. Le regole sono fondamentali, ed ancor più il rispetto delle stesse e la relativa punizione in caso di violazione. Sono una figlia prima ancora che una madre ed ho vissuto in una famiglia unita, severa, ma non troppo, in cui non è mai mancato il rispetto. Negli ultimi anni si è frainteso il senso della libertà, si è dimenticato che l'esercizio della propria libertà va effettuato nei limiti del rispetto della libertà altrui. E questo accade in tutti i campi. Partiamo dal rapporto matrimoniale: se hai scelto di sposare qualcuno devi comportarti bene, devi rispettarlo, non devi tradire la sua fiducia, neanche virtualmente. Una cosa è comprendere ed essere tolleranti verso gli errori che commettiamo, altra cosa è non considerare più gli errori come tali. Se io tradisco, sbaglio, punto, non ci sono altre interpretazioni, è un errore. Se io rubo un pacchetto di patatine al supermercato, commetto un reato, come se rubassi una bottiglia spumante che vale 10 volte tanto. Se non pago le tasse, commetto un reato, ma soprattutto sto mancando di rispetto a tutti quelli che invece lo fanno. In Italia c'è un malcostume dilagante perché già dall'alto non si dà il buon esempio. Sembra sia tutto lecito. Ho appreso negli scorsi giorni che in una discoteca per adolescenti si faceva uno strano gioco. In pratica ad ogni ospite di sesso maschile veniva distribuito un talloncino che avrebbero dovuto consegnare alla ragazzina che gli avrebbe concesso un bacio sulla bocca, la ragazzina che riusciva a collezionare più talloncini avrebbe vinto una borsa firmata. Non conosco il nome del locale, ma credo che andrebbe chiuso per istigazione alla prostituzione! Ma che schifo è? E' mai possibile che per "guadagnarsi" una borsa ci si debba concedere a qualcuno? Ma che cazzo si inventano? Io a tredici anni non desideravo la borsa firmata, e neanche adesso, ma né allora né adesso mi concederei per una gratificazione economica. Non sono una bigotta, anzi, credo che di baci se ne possano dare, anche tanti, ma per piacere proprio, fine a se stesso. 
Io vorrei un po' di regole in più, ma soprattutto, meno tolleranza. Dal punto di vista sentimentale, decida ognuno per sé, ma smettette di tollerare i bugiardi e gli opportunisti, i biechi e meschini sciacalli dei sentimenti altrui. Dal punto di vista giuridico, però, non potete decidere, chi non rispetta la legge va punito, a prescindere da tutto e da tutti, e la pena deve essere certa, tale da non mettere in pericolo chi denuncia, rendendolo oggetto di vendetta da parte del condannato. Qui sembra che ognuno possa fare quello che cazzo vuole: si può rubare, si può violentare, si può uccidere, si può utilizzare il denaro pubblico per fini personali, si possono occupare spazi pubblici senza alcuna autorizzazione, si può danneggiare un bene pubblico, si può offendere un individuo, una categoria di persone, un popolo, una razza .. tutto è concesso. Non so se sia necessario partire dall'alto o da noi stessi. Forse è più facile inveire contro i politici, il sistema, e poi non mettersi mai in discussione, ma credo sia opportuno cominciare da noi: iniziamo a darci delle regole, a capire che bisogna avere rispetto per tutti, a non tradire, a non usare le persone, a non ricattare nessuno, iniziamo a vivere meglio tra noi e forse alle prossime elezioni non eleggeremo quelli che hanno fatto dell'impunità il senso della propria vita. Il Parlamento è lo specchio dell'Italia, guardiamo meno TV, e guardiamoci un po' di più dentro, c'è un mondo molto più interessante. Viva la vita e viva il rispetto! Voglio una tata per gli Italiani!

domenica 13 ottobre 2013

62. AFRODITA

Mi pento delle diete, dei piatti prelibati rifiutati per vanità, come mi rammarico di tutte le occasioni di fare l'amore che ho lasciato correre per occuparmi di lavori in sospeso o per virtù puritana. 

Così inizia Afrodita, il libro di Isabelle Allende, scritto all'alba dei suoi splendidi 50 anni, ed in queste due righe c'è il senso della vita.
Io mi pento un po' delle diete, ma solo perché cominciate mille volte e mai portate a termine, ed anche perché sono convinta che si possa mangiare di tutto, basta farlo in maniera rilassata e non convulsa, basta poi vivere allo stesso modo durante il resto della giornata, camminando, guardandosi attorno e non fermarsi ad osservare solo se stessi e la bilancia. Portare allegramente qualche kilo in più non fa male, viceversa, stare sempre lì a criticarsi, a lavorare per cambiarsi, fa molto male. Se non avessi fatto quelle mille diete, probabilmente oggi peserei qualche kilo in meno ed il mio corpo me ne sarebbe grato. Invece l'ho violentato, ho deciso di forzarmi e non di assecondarmi. Magari, ai periodi di fame spasmodica sarebbero naturalmente seguiti periodi di quasi disinteresse per il cibo ... tutto in maniera molto naturale, ma questo è un altro argomento, che probabilmente tornerò a trattare. 
Quello che questa mattina volevo dire è che ho sempre creduto che le donne dotate di grande abilità culinaria, fossero anche dotate di grandi doti amorose: la passione per gli odori, per il gusto, la pazienza e la dedizione rivolta alla preparazione di un piatto è assimilabile al modo in cui ci si approccia all'amore ed al suo lato erotico.
Quando ci sentiamo giù, quando le cose non vanno per il verso giusto, quando non ci sentiamo tanto amati, basterebbe un abbraccio, vero, sentito, a tirarci su. Se poi fosse possibile che quell'abbraccio diventasse un amplesso ... Quale migliore anti stress del sesso? In realtà, non sempre abbiamo a portata di mano qualcuno con cui praticare questa sana attività rilassante, allora ci rifugiamo in altri palliativi, la musica, lo sport, la cucina  ... Chi sceglie di dedicarsi alla cucina e lo fa in modo passionale, spesso riesce a ritrovare sensazioni di piacere davvero terapeutiche. Amo la domenica per questo, perché mi consente di dedicarmi alla cucina senza fretta, mi fa dare libero sfogo al desiderio di procurare piacere, di condividere con altri odori e sapori. Oggi, ad esempio, ho preparato la pasta al gratin e l'arista di maiale agli agrumi. Non ho seguito particolari ricette perché un po' di regole di base le ho apprese dalla mia mamma ed un po' dalle altre fantastiche cuoche che ho conosciuto nel corso della mia vita, il resto poi, ce lo metto io. La domenica mattina amo passeggiare per i mercatini alimentari e scoprirne gli odori: amo l'odore delle verdure e degli ortaggi, il profumo del sedano, dei finocchi, dei ravanelli, l'odore della cipolla fresca che si unisce a quello più dolce delle insalate. E poi l'odore delle frutta, degli agrumi aspri e dell'uva. Quando rientro a casa, non mi resta che ultimare la preparazione del pasto, già avviata di prima mattina, e mettere in fresco del buon vino. Oggi, inoltre, in tavola non possono mancare i dolci, come tradizione comanda, la domenica il pranzo si conclude sempre con i pasticcini, in casa mia prevale l'amore per il babbà e per i dolcini al cioccolato, ma non disdegnamo anche qualche cannolo siciliano ... Insomma, adoro cucinare ed anche mangiare e credo che per questo a volte mi arrabbio con FB, perché il virtuale non ha odori, non ha profumi, sapori ... il che a volte è anche meglio ;)
Buona domenica a tutti!

giovedì 10 ottobre 2013

61. OTTOBRE MARRONE

Questo post lo dedico alla mia amica Claudia, mia assidua lettrice, per i nostri quasi 40 anni di amicizia, perché oggi sono 5 mesi che ho aperto questo blog, ed in cinque mesi Claudia ha conosciuto tante cose di me che forse neanche immaginava ...

Lo so, quello famoso è l'ottobre rosso, ma il mio ottobre è marrone, superfluo motivare la scelta del colore. Iniziamo col dire che i periodi di transizione sono difficili, seppure qui si parla di transizione meteorologica (cambio di stagione), quindi non grave di per sé, ma causa di una condizione di insofferenza e mal disposizione verso tutto.
Adesso, premesso che sono una donna e come tale soffro le conseguenze degli sbalzi ormonali, e considerato che alla mia cattiva predisposizione si aggiungono poi elementi esterni, sia di natura familiare che di natura politica, posso affermare con certezza che io questo mese lo cancellerei.
Vi ricordate quando Massimo Troisi suggeriva all'amico che tra 1 giorno da leone e 100 da pecora avrebbe dovuto accontentarsi di 50 giorni da orsacchiotto? Beh, oggi la penso anch'io così. Mi sono stancata di soffrire. Sì, chi soffre alla fine rinasce e si sente più forte, può dire di aver vissuto, alla fine è più felice di chi non si espone mai, di chi non rischia e si lascia vivere. Ma a me non frega più niente di queste belle parole ... oggi, se potessi scegliere, sceglierei 50 giorni da orsacchiotto. 
E' risaputo che le cose spiacevoli non accadono mai da sole, lo so anche io. Avete letto il mio post 32. "L'UNICO MODO PER LIBERARSI DA UNA TENTAZIONE E' CEDERVI"? Ecco, le cose nella mia vita, come forse nella vita di tutti, vanno così, non accadono mai da sole: quando sembra che ti stiano venendo meno tutte le certezze, quando ti senti come sull'orlo di un precipizio, aggrappata alla terra con le sole mani, il tuo corpo penzoloni, già tutto dentro il precipizio, vedi arrivare un estraneo, uno che passa nella tua vita, ti guarda, ti offre il suo aiuto, poi, dopo qualche chiacchiera, dopo qualche piacevole sguardo, si avvicina e, proprio quando pensi che stia lì per abbassarsi e tenderti le mani, per tirarti su, si avvicina e con il piede ti scamazza le dita, sì, te le schiaccia bene bene, provando quasi gusto nel vederti soffrire. Ma da lontano arriva lui, il tuo compagno di vita, pronto a soccorrerti, ti salva, fa scappare l'estraneo, ti solleva dal precipizio nel quale lui stesso ti aveva spinta. Poi, dopo averti portata su, ti dice: vedi che sei un'illusa? Lo vedi che a quello lì non interessava niente di te? A questo punto ti ributteresti volentieri nel precipizio ... Ci vuole un po' di tempo, un po' di sano amor proprio per farti pensare: "campano tanti stronzi, tanti imbecilli, perché dovrei essere proprio io a rinunciare alla vita?"
Devo agire, devo incanalare questa mia energia in qualcosa di costruttivo, pensi, altrimenti danneggio solo me stessa e chi mi sta attorno.
Io non lo so cosa farò, per ora mi sono aperta un blog, molto terapeutico, poi forse domani prendo a manganellate tutti i parlamentari che si sono permessi di minacciare gli esponenti del M5s perché hanno detto loro la verità: che sono dei ladri. In un paese in cui mancano lealtà e onestà, in cui i furbi e gli assassini la fanno da padroni, in cui un Presidente della Repubblica fa il gioco delle tre carte per assecondare i suoi amici, forse c'è la possibilità di riscattarsi, forse è possibile prendere a calci una volta e per tutte chi ci ha deriso e derubato. Pensiamo sempre che dai periodi peggiori può venir fuori qualcosa di buono, non sprechiamo questi momenti: si soffre sempre per un motivo.
Buona vita a tutti.

sabato 5 ottobre 2013

60. L'OPINIONISTA

Oggi è sabato, è cominciato il week end, tutto dedicato alla famiglia. La famiglia che ti protegge, talvolta fino a soffocarti, la famiglia che ti fa sorridere, ma che ti fa anche arrabbiare, che ti assegna un ruolo di tutto rispetto nella società, ma che ti annoia per la routine ... La famiglia che hai scelto, che ami, che vale più di tutto al mondo, ma dalla quale qualche volta vorresti scappare, quando pensi che ti ha tarpato le ali, che non ti lascia il tempo di essere come e dove vorresti. 
Oggi, penso, su FB non ci vado quasi, oggi devo dedicarmi esclusivamente a mio marito ed alle mie figlie. Oggi non ci provo proprio ad evadere, oggi la mia "second life" resta congelata, fino a lunedì ...
Non ho alcuna second life, ovviamente, è solo un eufemismo per identificare la vita virtuale, perché su FB io ci vado e come, ma senza segreti, anzi. Non sempre riesco a dire tutto ciò che vorrei, su FB ci va una parte di Mavi, l'altra, quella più vera, la trovate qui. E allora, la parte più vera di Mavi oggi non è serena, non è felice. Perché? Perché questa è stata una brutta settimana. Perché in questa settimana ho provato il sentimento del rifiuto, della rabbia, dell'impotenza, della vergogna, della malinconia, ma mai, e dico mai, della rassegnazione. Quando le cose non vanno, bisogna attraversare un percorso di sofferenza e poi trovare una soluzione, evitando di crogiolarsi nel dolore per poi provare ad ignorare, con il tempo, la causa del malessere. Adesso io non voglio che mi aiutiate a trovare il rimedio, nè tantomeno posso fornire io la soluzione a tutti i mali. Sono un'ottimista di natura, amo e soffro, ma non lascio nulla di intentato, o quasi. I rifiuti, i "NO" mi sfidano, provocano in me una rabbia che mi fa agire allo scopo di trasformare quel NO in SI', ma alla fine, se proprio non ci riesco, cambio strada, non per rassegnazione, ma perché forse ho sbagliato obiettivo e capisco che non mi interessa neanche più che quel NO diventi un SI'. Forse è stato un po' pretenzioso aprire un blog con le mie opinioni, sarebbe stato più semplice aprire un blog di cucina (in rete si sprecano, ma hanno sempre un buon riscontro), o aprire un blog sulla maternità (pure quelli abbondano), o parlare dei mille escamotage per perdere peso il più velocemente possibile. Ovviamente ritengo di non avere le competenze idonee per nessuno dei tre argomenti citati, ma probabilmente superiori a molti degli autori dei blog appartenenti alle suddette categorie. Invece no, ho deciso di aprire un blog dove poter scrivere a briglia sciolta tutto, qualsiasi cosa mi passasse per la mente, anche perché avrei voluto portare in questa sede i dibattiti che nascono talvolta su FB, ma ancora non ci sono riuscita. La causa è forse nella difficoltà tecnica di accesso ai commenti, per alcuni, ma per la maggior parte è nella visibilità. Chi scrive su FB, ad esempio, lo fa perché vuole arrivare a tante persone, altrimenti avrebbe chiamato privatamente la persona con cui scambiarsi idee. Oramai viviamo tutti come in un'arena: uno parla e si alza la ola dei "mi piace", l'altro risponde e si crea la prima fazione. Forse molti di voi ignorano che qui sarebbero letti da più persone ... Insomma, in TV gli opinionisti si sprecano, persone senza cultura e senza competenza arrivano ad essere interpellate su questioni di grande rilievo, io non sono né famosa, ne vanto innumerevoli titoli che giustificherebbero il mio ruolo di blogger opinionista. Io, però, sono una di voi, io sono una che racconta la verità, che vorrebbe che si cominciasse a capire che la vera condivisione è nella conoscenza delle esigenze, dei desideri e dei sentimenti di ciascuno di noi, perché solo così possiamo risvegliare le coscienze e capire che per ogni sofferenza, per ogni sopruso, personale o collettivo, c'è una soluzione, ci deve essere una reazione. Vanno bene le petizioni per la bonifica delle terre dei fuochi, ma poi non dimentichiamo, non dimentichiamo che ogni giorno siamo complici di tutto il male che la nostra terra sta subendo. Siamo complici degli omicidi che la malavita organizzata sta compiendo, ogni volta che diamo soldi ai loro esponenti, ogni volta che cerchiamo il loro aiuto per qualsiasi cosa. Nessuno di noi è integro, nessuno.
Il post di oggi è una sorta di monologo interiore, sembra non avere né capo né coda, ma oggi va così, vorrei dire tante cose, vorrei che le mie opinioni suscitassero qualche reazione, che si ricominciasse a parlare, a capire cosa ci manca, quale sia il modo migliore per risvegliare le nostre coscienze.
Sereno (ma anche no) fine settimana a tutti!

venerdì 4 ottobre 2013

COMUNICAZIONE PER GLI AMICI DEL BLOG

Mi spiace, ma domenica 6 ottobre non sarà possibile incontrarci poiché è prevista pioggia ed il posto dove avevo organizzato il mini evento è solo all'aperto, non ha ancora una struttura al coperto. L'incontro è rinviato a data da destinarsi.

mercoledì 2 ottobre 2013

59. DIMMELO TU COS'E'

E poi, non c'è più nessuno che ti guarda le mani con la voglia di sfiorarle,
non c'è più nessuno che ti guarda i capelli con la voglia di accarezzarli,
nessuno che ti guardi gli occhi con l'intenzione di dirti qualcosa,
non c'è chi ti guarda ammirato,
nessuno per cui valga la pena prepararti,
curare i capelli, le unghie, la pelle ...
e poi ci sono tanti che ti dicono tante parole, ma non dicono niente,
che ti guardano, ma non vedono te,
che ti parlano, parlano, parlano, ma tu non vuoi sentirli,
perché non c'è più chi di te conosce l'essenza ...
 
 
Eccola qui l'essenza della vita: l'amore.
Amore per un uomo (o una donna), amore per un animale, amore per la famiglia, amore per la propria città, per la musica, per lo sport ... ma soprattutto amore per la vita ... Lo so, tutti parlano di amore da sempre, non saprei dirvi niente di nuovo a riguardo, ma voglio sapere da voi, voi vi sentite innamorati, siete felici? Perché io, beh io l'ho capito, la felicità la incontro, ma è da un po' che non riesco a trattenerla ...